mercoledì 7 maggio 2008

Fini sull'assassinio di Verona: "Più gravi i fatti di Torino"


Gli scontri e le contestazioni della sinistra radicale contro la Fiera del Libro di Torino "sono molto più gravi" di quanto accaduto a Verona. Lo sostiene Gianfranco Fini, a Porta a porta. L'aggressione dei naziskin veronesi e la violenza dei centri sociali torinesi - afferma il Presidente della Camera- "sono due fenomeni che non possono essere paragonati". A giudizio di Fini, in sostanza, se dietro l'aggressione di Verona non c'è alcun "riferimento ideologico", a Torino le frange della sinistra radicale "cercano in qualche modo di giustificare con la politica antisionista", un autentico antisemitismo, veri e propri "pregiudizi di tipo politico-religioso".

Insomma, per Fini è più grave essere oppositori di sinistra che essere dei fascisti assassini.

A parte il fatto che dietro l'aggressione di Verona, come dietro tutte le aggressioni subite da chi viene visto come "diverso", con un diverso colore della pelle, una diversa nazionalità, un diverso odore, un diverso modo di pensare, c'è sempre un riferimento ideologico e, guarda caso, in questa occasione, i riferimenti ideologici sono inequivocabilmente fascisti e, quindi, di destra.
Preoccupante, ma ce lo aspettavamo, è l'affermazione del neo Presidente della Camera dei Deputati, l'onorevole Fini, il quale non perde l'occasione di criminalizzare un'azione dimostrativa, affatto violenta, come il falò della bandiera israeliana.
A proposito di Israele come Stato bisognerebbe ricordare che non ha una vera e propria Costituzione, e che la sua capitale, Gerusalemme, indicata nella Legge Fondamentale del 1980, non è riconosciuta dalla comunità internazionale in quanto territorio occupato. Infatti tutti gli stati che hanno relazioni internazionali con Israele hanno le proprie ambasciate non nella Capitale Gerusalemme, ma a Tel Aviv, come disposto dalle Risoluzioni ONU 252 del 21/05/1968 e 267 del 03/07/1969.
Quindi, caro onorevole Fini, mentre è assolutamente lecito schierarsi dalla parte di chi non riconosce lo Stato di Israele e la sua capitale, senza per questo essere antisemiti (questo lo si può lasciare ai suoi amici), altrettanto non si può dire per chi massacra ed uccide in nome dell'ordine e della "pulizia".

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